giovedì 31 dicembre 2009

Insalata di Finocchi

Questa ricetta è mia. “capirai, una stronzata del genere che ci vuole a farla?” già vi sento che mormorate. Invece vi assicuro che il risultato è strabiliante.
Una volta ho servito quest’insalata a uno che, davanti ai finocchi, scappa come un vampiro davanti all’aglio e gli è piaciuta molto. Mò non cominciate a fare le battutacce coi finocchi, gli omofobici ecc., che non mi pare proprio il caso.
Comunque il mio amico ha chiesto il bis. Ora vive a Cuba con Rosario e continua a dirmi che "Rosario" è un nome da donna in America latina. Però la sua Rosario è di Barletta.


Ecco gli ingredienti:

• 1 Finocchio per ogni commensale.
I finocchi devono essere belli teneri. Se non li sapete scegliere andate dal vostro verdumaio e ditegli che se non vi dà i finocchi buoni tornate col SUV di vostro cugino e gli sfondate la vetrina.
• Olio extra vergine di oliva, aceto di mele, sale e pepe.
Io uso l’aceto di mele perché è più delicato. Se ci volete mettere l’aceto normale fate pure, però poi se l’insalata viene una schifezza io non vi conosco.

Il procedimento è molto semplice. Basta tagliare i finocchi in modo che vengano a bastoncini (e non a fette) e condire con gli ingredienti che vi ho elencato sopra.

Attenzione, l’insalata di finocchi è un contorno. Se servite solo questo, come secondo, vi diranno che siete avari di brutto e qualche sputazza addosso ve la meritate pure.
Poi non dite che non vi avevo avvertiti.

mercoledì 30 dicembre 2009

Baccalà con Patate al Tegame di Coccio


Questa ricetta è di mio zio Roberto. Quindi, se io sono zia Ciccio, lui è vostro prozio. Quando ero piccola ho letto una storia su Topolino che parlava della prozia di Pippo. Lui non sapeva cosa fosse una “prozia”, poi durante la storia la conosce e vive un’avventura molto divertente con lei. Pippo, alla fine della storia, l’ha capito cos’è una “prozia”. Io invece no, perché invece di “prozìa” leggevo “pròzia” e nessuno dei miei parenti mi ha saputo spiegare cosa fosse.
Questo per dire quanto sono sveglia. Insomma, se seguite le mie ricette sarà a vostro rischio e pericolo.

Vi elenco gli ingredienti, che se non ce li avete in casa uscite e li andate a comprare.
Per 4 persone (se avete più ospiti dividete. Oppure, se avete fame, mandate a casa qualcuno):

• 800 g di baccalà salato.
Lo dovete comprare 3 giorni prima perché deve stare a bagno, quindi questo piatto non lo potete cucinare per cena, oggi, se non avete il baccalà. E non barate andando a comprare quello già ammollato perché fa schifo. Se il baccalà costa meno di 15 euro al chilo lasciate perdere e fate una bella spaghettata che fa sempre allegria.
• 4 patate.
La ricetta originale vuole quelle a pasta bianca, ma io mi trovo sempre in casa quelle a pasta gialla, quindi uso quelle. Voi fate un po’ come vi pare, tanto viene buono lo stesso.
• Olio extra vergine di oliva.
Deve essere BUONO, non fate i taccagni che “tanto è per cucinare, ci metto il carapelli”.
• Una manciata di uvetta, pinoli, capperi e olive (una manciata per ognuno, non una manciata in tutto).
Le olive devono essere BUONE, quindi andate a comprarle dal verdumaio che di sicuro ha quelle di Gaeta. E non fate i taccagni che “tanto è per cucinare, ci metto le saclà”.
• Prezzemolo, aglio, origano e 4-5 pomodori ciliegini.
• Tegame di coccio largo 30 cm.
Vi sconsiglio di usare una pentola nuova. Fatevi dare quella di vostra nonna che di sicuro è bella saporita.
• 1 Osso di ginocchio di bovino.
Non fatevi intortare dal macellaio che vi vorrà dare qualche stupido osso di pollo.

Questi ingredienti sono soggetti al vostro gusto personale. Per esempio io non ci metto i capperi perché mi fanno schifo. Quindi potete fare delle modifiche e adattare la ricetta alle vostre preferenze.
Però se non vi piace il baccalà vi consiglio di passare a un’altra pietanza.

Procedimento:

Prendete l’osso e chiudetelo in balcone insieme al vostro cane, così non avrete accattoni fastidiosi in mezzo ai piedi.
Poi prendete il barattolo del sale e chiudetelo fuori insieme a osso e cane, così che non vi venga la voglia di aggiungerlo.
Mettete in ammollo l’uvetta in acqua tiepida, denocciolate e tagliate a pezzetti le olive.
Tritate 2 spicchi d’aglio fini fini (togliendo l’anima perché è amara), mettendo il trito sul fondo del tegame insieme all’olio. NON FATE SOFFRIGGERE NIENTE.
Sbucciate le patate, tagliatele a fettone grosse, lavatele, asciugatele e stendetele sul fondo del tegame sopra al trito d’aglio. Fate solo uno strato che se non si cuociono bene vi sfottono tutta la sera.
Sopra le patate mettete l’uvetta, i pinoli, le olive, i capperi e il prezzemolo con un filo d’olio (ho detto un filo, non fate gli sboroni se prima vi siete risentiti quando vi ho dato dei taccagni).
Tagliate il baccalà a tranci (5-7 cm) e metteteli sopra le patate. Sopra al baccalà mettete i pomodorini aperti e aggiungete una spolverata di origano e un altro filo d’olio.
Ora coprite il tegame col coperchio e mettetelo sul fuoco proteggendolo con lo spargifiamma. Il fuoco deve essere bassissimo e dovete far cuocere per mezz’ora abbondante. Potete controllare la cottura punzicando le patate con uno stuzzicandenti (usatene uno lungo se no vi scottate e poi picchiate il cane).
Quando le patate sono cotte di sicuro è cotto tutto e potete spegnere il fuoco. Non iniziate a cucinare alle 7 di mattina se no poi si fredda e vi sfottono tutta la sera.
Si sa che gli ospiti sono sempre dei bastardi, mica dicono “mm buono, grazie”. Stanno sempre lì a criticare e dare consigli, ma voi trattenetevi: non rispondete con il solito “allora vaccagare, la prossima volta voi cucinate e io rido”.
Siate superiori. Siate zen.
Come me.

Mi presento


Magari qualcuno mi conosce e pensa che lo voglio ingannare facendo finta che sto in incognito.
I miei nipoti mi chiamano “Zia Ciccio”, che mi sembra un buon diploma per dare consigli di cucina. Comunque sono Wallyci On the Railway e inizio un blog.

“Perché un blog se il tumblr che hai già non se l’incula nessuno?” direte voi.
1. A Natale mi hanno regalato uno schiavo che lavora al mio posto, quindi ora ho un sacco di tempo libero.
2. Essendo stata da sempre schiava di qualcun altro, ora ho delle crisi di identità che cerco di tappare come meglio posso. Quindi, o vado in analisi, oppure spacco i maroni alla brava gente che avrà voglia di leggere anche le righe dopo.
3. Sono fondamentalmente generosa e negare la mia travolgente simpatia al grande pubblico mi sembra cosa meschina.

“Si, ma perché un blog con le ricette? Cioè, non ne avremo già le palle piene di ’sta roba cucinata? E poi io sono a dieta” direte ancora voi.
1. Le ricette che vi propongo sono cose che cucino io, non roba raccattata in giro come fanno quei furboni di wikipedia.
2. La maggior parte delle pietanze fanno parte della tradizione della mia famiglia, che è sana e numerosa. Quindi c’è garanzia di sopravvivenza e prosperità.
3. Potete anche usare le ricette per fare scherzi stupidi ai vostri amici. Per esempio togliendo qualche ingrediente e mettendone uno che non c’entra niente. Che ne so, potete mettere i gamberi in salamoia nella zuppa inglese.
Così facendo saltate il dolce (e se siete a dieta non guasta), però avete argomento di conversazione per tutta la sera.

Ora vi potrei anche augurare buon appetito. Però non esageriamo, mica sono Suor Germana.