Questa ricetta è di mio zio Roberto. Quindi, se io sono zia Ciccio, lui è vostro prozio. Quando ero piccola ho letto una storia su Topolino che parlava della prozia di Pippo. Lui non sapeva cosa fosse una “prozia”, poi durante la storia la conosce e vive un’avventura molto divertente con lei. Pippo, alla fine della storia, l’ha capito cos’è una “prozia”. Io invece no, perché invece di “prozìa” leggevo “pròzia” e nessuno dei miei parenti mi ha saputo spiegare cosa fosse.
Questo per dire quanto sono sveglia. Insomma, se seguite le mie ricette sarà a vostro rischio e pericolo.
Vi elenco gli ingredienti, che se non ce li avete in casa uscite e li andate a comprare.
Per 4 persone (se avete più ospiti dividete. Oppure, se avete fame, mandate a casa qualcuno):
• 800 g di baccalà salato.
Lo dovete comprare 3 giorni prima perché deve stare a bagno, quindi questo piatto non lo potete cucinare per cena, oggi, se non avete il baccalà. E non barate andando a comprare quello già ammollato perché fa schifo. Se il baccalà costa meno di 15 euro al chilo lasciate perdere e fate una bella spaghettata che fa sempre allegria.
• 4 patate.
La ricetta originale vuole quelle a pasta bianca, ma io mi trovo sempre in casa quelle a pasta gialla, quindi uso quelle. Voi fate un po’ come vi pare, tanto viene buono lo stesso.
• Olio extra vergine di oliva.
Deve essere BUONO, non fate i taccagni che “tanto è per cucinare, ci metto il carapelli”.
• Una manciata di uvetta, pinoli, capperi e olive (una manciata per ognuno, non una manciata in tutto).
Le olive devono essere BUONE, quindi andate a comprarle dal verdumaio che di sicuro ha quelle di Gaeta. E non fate i taccagni che “tanto è per cucinare, ci metto le saclà”.
• Prezzemolo, aglio, origano e 4-5 pomodori ciliegini.
• Tegame di coccio largo 30 cm.
Vi sconsiglio di usare una pentola nuova. Fatevi dare quella di vostra nonna che di sicuro è bella saporita.
• 1 Osso di ginocchio di bovino.
Non fatevi intortare dal macellaio che vi vorrà dare qualche stupido osso di pollo.
Questi ingredienti sono soggetti al vostro gusto personale. Per esempio io non ci metto i capperi perché mi fanno schifo. Quindi potete fare delle modifiche e adattare la ricetta alle vostre preferenze.
Però se non vi piace il baccalà vi consiglio di passare a un’altra pietanza.
Procedimento:
Prendete l’osso e chiudetelo in balcone insieme al vostro cane, così non avrete accattoni fastidiosi in mezzo ai piedi.
Poi prendete il barattolo del sale e chiudetelo fuori insieme a osso e cane, così che non vi venga la voglia di aggiungerlo.
Mettete in ammollo l’uvetta in acqua tiepida, denocciolate e tagliate a pezzetti le olive.
Tritate 2 spicchi d’aglio fini fini (togliendo l’anima perché è amara), mettendo il trito sul fondo del tegame insieme all’olio. NON FATE SOFFRIGGERE NIENTE.
Sbucciate le patate, tagliatele a fettone grosse, lavatele, asciugatele e stendetele sul fondo del tegame sopra al trito d’aglio. Fate solo uno strato che se non si cuociono bene vi sfottono tutta la sera.
Sopra le patate mettete l’uvetta, i pinoli, le olive, i capperi e il prezzemolo con un filo d’olio (ho detto un filo, non fate gli sboroni se prima vi siete risentiti quando vi ho dato dei taccagni).
Tagliate il baccalà a tranci (5-7 cm) e metteteli sopra le patate. Sopra al baccalà mettete i pomodorini aperti e aggiungete una spolverata di origano e un altro filo d’olio.
Ora coprite il tegame col coperchio e mettetelo sul fuoco proteggendolo con lo spargifiamma. Il fuoco deve essere bassissimo e dovete far cuocere per mezz’ora abbondante. Potete controllare la cottura punzicando le patate con uno stuzzicandenti (usatene uno lungo se no vi scottate e poi picchiate il cane).
Quando le patate sono cotte di sicuro è cotto tutto e potete spegnere il fuoco. Non iniziate a cucinare alle 7 di mattina se no poi si fredda e vi sfottono tutta la sera.
Si sa che gli ospiti sono sempre dei bastardi, mica dicono “mm buono, grazie”. Stanno sempre lì a criticare e dare consigli, ma voi trattenetevi: non rispondete con il solito “allora vaccagare, la prossima volta voi cucinate e io rido”.
Siate superiori. Siate zen.
Come me.